In Toscana attualmente sono 1316 le persone inserite in un progetto del programma Dopo di Noi; 200 sono le persone con interventi di residenzialità stabile. E ancora sono oltre 100 gli appartamenti attivati su tutto il territorio regionale per la sperimentazione di forme di coabitazione ispirate al modello comunitario da breve a lungo periodo. Nei progetti del “Dopo di noi” in Toscana sono coinvolti, oltre ai soggetti pubblici, molte realtà del terzo settore e del privato sociale: sono oltre 130 i partner del Terzo settore, che affiancano gli enti pubblici e consentono di rafforzare il radicamento e le sinergie tra i soggetti attivi sui territori al punto che l’85% dei progetti in corso, oltreché dalle risorse del “Dopo di noi”, sono finanziati da altri soggetti.
Sono alcuni spunti emersi nel corso dell’iniziativa organizzata a Palazzo Strozzi Sacrati dall’assessorato alle politiche sociali della Regione e da Anci Toscana, per riflettere sulla applicazione della legge 112, varata quasi dieci anni fa con lo scopo di garantire l’autonomia e la piena inclusione sociale delle persone con disabilità grave anche dopo la perdita del sostegno familiare.
“Oggi in Toscana analizziamo percorsi, progetti e esperienze molto positive sul Dopo di noi, grazie a un impegno congiunto e a un modello costruito nel tempo” – spiega l’Assessora regionale alle Politiche Sociali Serena Spinelli. “Abbiamo ascoltato esperienze preziose da parte di tutti i soggetti coinvolti, che riguardano il futuro delle famiglie e delle persone con disabilità adesso e poi quando i genitori non potranno più assisterli. E’ questa, infatti, la ragione fondamentale del “Dopo di noi”. Peccato che a Roma si procede con il taglio delle risorse per questo tipo di attività” – ha aggiunto l’Assessora.
“A quasi un decennio dall’introduzione del Dopo di Noi – ha spiegato Anna Maria Celesti delegata Anci Toscana welfare – si intravedono risultati significativi prodotti da questa misura, sia riguardo ai benefici osservabili sulle persone inserite nei percorsi, sia in merito alla solida rete di professionisti e realtà del territorio che il Dopo di Noi è riuscito a generare. Fin dalla delibera regionale n. 753/2017, le Zone Distretto e le Società della Salute sono state chiamate a realizzare i percorsi del Dopo di Noi attraverso tavoli di coprogettazione con gli enti del Terzo Settore. Un approccio istituzionale fondato sui principi dell’amministrazione condivisa, che, grazie anche alla ricchezza del tessuto associativo toscano, ha favorito la costruzione di una sinergia solida tra servizi pubblici e Terzo Settore, capace di rispondere con efficacia a bisogni complessi che incidono in modo determinante sulla qualità della vita delle persone. L’auspicio è che il programma Dopo di Noi continui a consolidarsi come strumento cardine delle politiche regionali per la disabilità, rafforzando la sinergia tra istituzioni, servizi e comunità locali, e contribuendo in modo sempre più strutturato alla promozione di percorsi di vita autodeterminati, inclusivi e sostenibili su tutto il territorio toscano”.
I lavori di oggi, cui hanno partecipato rappresentanti istituzionali, dirigenti regionali e di Anci, tecnici, esponenti del mondo dell’associazionismo e del Terzo Settore, hanno consentito di ripercorrere il cammino di esperienze, progetti, iniziative seguito alla legge 112 e di analizzare l’inserimento graduale dei progetti nel sistema integrato dei servizi sociosanitari territoriali.
SCARICA LE PRESENTAZIONI:
- Intervento Barbara Trambusti “Il Dopo di Noi in Toscana: premesse e scelte alla base dello sviluppo e del consolidamento di un modello di welfare”
- Intervento Lorella Baggiani “La riforma in materia di disabilità e i percorsi personalizzati del Dopo di Noi”
- Intervento Federsanità “L’esperienza di ricerca”